sabato 18 settembre 2010
Le altane di Venezia
Le altane sono delle strutture posizionate sopra ai tetti delle case di Venezia che caratterizzano la struttura architettonica della città, una sorta di terrazze in legno sorrette da pilastri. Se avete l’occasione di salire su di un campanile o all’ultimo piano di un palazzo, o se semplicemente alzate gli occhi mentre percorrete il Canal Grande, di sicuro ne noterete qualcuna.
In una città la cui struttura urbana è formata da un intrigo di calli molto strette e spesso ombreggiate, la loro funzione è state quella di ricavare delle zone soleggiate e arieggiate dove poter stendere i panni o semplicemente prendere il sole.
Durante il periodo della Repubblica, le altane venivano usate dalle donne veneziane per schiarirsi i capelli. Per fare ciò si utilizzava una tintura chiamata bionda o acqua di gioventù da spalmare sui capelli e da far asciugare al sole per poi ripetere nuovamente l’operazione. Così, nelle giornate soleggiate, le donne si armavano di schiavoneto, uno scialle in seta bianca che posizionavano sulle spalle, e di solana, un cappello di paglia privo di cocuzzolo centrale da cui facevano uscire i capelli bagnati con la tintura schiarente.
Il leone di San Marco
Il Leone alato, rappresentazione simbolica dell’evangelista Marco, è il simbolo della città di Venezia e della sua antica Repubblica. Al giorno d’oggi lo si ritrova nei simboli del Comune e della Provincia di Venezia, nonché della Regione Veneto. Lo si può trovare anche nella bandiera navale della Repubblica Italiana e come simbolo del premio della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica: il Leone d’Oro.
Il leone alato è solitamente accompagnato da un’aureola, una spada e un libro sotto la zampa anteriore destra sulla quale è presente il motto: “Pax tibi Marce, evangelista meus” (Pace a te, Marco, mio evangelista). La frase completa comprenderebbe anche le parole «Hic requiescet corpus tuum» ovvero "qui riposerà il tuo corpo" che, secondo un'antichissima tradizione, un angelo in forma di leone alato avrebbe rivolto al Santo, naufrago nelle lagune, per preannunciargli che un giorno in quelle terre il suo corpo avrebbe trovato riposo e venerazione. Infatti la salma di San Marco fu portata a Venezia da due mercanti veneziani, Buono da Malamocco e Rustico da Torcello, dopo averla trafugata ad Alessandria d’Egitto.
La rappresentazione di San Marco in forma di leone alato ha un suo significato nell’iconografia cristiana: il leone simboleggia la forza della parola dell'Evangelista, le ali l'elevazione spirituale, mentre l'aureola è il simbolo cristiano della santità.
giovedì 15 luglio 2010
Gabriele Mirabassi e André Mehmari. Raffinatezze da non perdere
"Un incontro tra due grandi musicisti virtuosi del proprio strumento, due artisti che condividono una medesima visione eclettica della musica, tale da conciliare un approccio rigoroso dell'universo musicale erudito a una fertile immaginazione di improvvisazione propria della musica popolare. Un riscoprire e riscoprirsi insieme in una musica popolare cameristica, del più alto livello, nella quale l'esplorazione estrema e il ricorso a una erudita tecnica, li porta a scoprire, clarinetto e pianoforte, sonorità nuove che si traducono in un discorso sonoro intelligente e sensibile. L’incontro tra Gabriele Mirabassi e André Mehmari nasce da un’affinità musicale ma non solo. Tutto ebbe inizio nella bella Perugia, capitale umbra, terra abitata per secoli da santi e geni, dove André venne per la prima volta come “turista” un paio di anni orsono. Oltre che somiglianze geografiche con il suo Brasile (Itabira, Minas Gerais), André scoprì affinità e sensazioni che sentì urgente trasportare e trasformare in musica; nacque così l’idea di MIRAMARI: una sera di aprile in macchina insieme, lui e Gabriele, attraversando le colline umbre. Perugia, e successivamente anche la visita a Venezia, un “pellegrinaggio” nelle terre e nella musica di Monteverdi, portarono alla composizione di brani quali Perugia Notturna, Um Dia em Assis, Quando em Gubbio. Città “invisibili” che prendono corpo, navigando attraverso melodie, armonie, oceani, mari, luci, ombre, pianto, cuore: tutto questo, unito ad una strabiliante tecnica nelle mani di due grandi musicisti, è MIRAMARI. Il mare -racconta Mirabassi- educa al sentire e, come conseguenza, ai sentimenti. Anche nel cuore delle colline umbre lui è riuscito a trovare la sua “spiaggia”, il suo mare; la musica si “sente” e infatti possiamo usare la stessa parola per descrivere le azioni compiute dal cuore e dall’udito, per sentire e per udire ….. sarà perché la Fisica ci dice che la musica in realtà è un’immensa estensione delle onde? Sulle strade della musica è cresciuto Mirabassi, come artista e musicista affermato a livello internazionale, su quelle stesse “onde” ha incontrato Mehmari per solcare insieme gli stessi mari, per sentire insieme, per condividere la stessa musica e per portarci con loro alla scoperta di un universo musicale mediterraneo, intriso di espressività ma anche di emozionante rigore, di improvvisazione e contaminazioni culturali sudamericane ed europee al contempo."
GABRIELE MIRABASSI
martedì 13 luglio 2010
Al Redentor se magna i bovoetti
500 gr di bovoetti
1 spicchio di aglio
prezzemolo
sale, pepe
Lavare molto bene i bovoetti, dopodichè metterli in una casseruola ben coperti d'acqua e mettere il coperchio. Occhio di metterlo, il coperchio, sennò vi ritrovate con i bovoetti che girano per casa. Li lasciate lì tranquilli e ogni tanto gli date un'occhiata. Quando saranno tutti usciti dai loro gusci e belli vispi, mettete la casseruola sul fuoco e accendete la fiamma bassissima.
Dopo qualche minuto controllate i bovoetti: se sono tutti cascati nell'acqua potete togliere il coperchio. Continuate a fiamma bassa, quando bolle l'acqua noterete una schiumetta in superficie e le lumachine saranno diventate bianche. A quel punto, scolate i bovoetti ben bene e lasciate asciugare per un po'.
Poi uniteli in una terrina con l'aglio e il prezzemolo tritati(*), l'olio, il sale e il pepe.
Teneteli in frigo per un giorno, magari rigirandoli ogni tanto nel consièr, prima di ciucciarveli di gran gusto.
(*) Si può anche mettere l'aglio a fette, invece che tritarlo, e poi toglierlo il giorno dopo, affinchè non sia indigesto.
sabato è Redentore !
Sabato 17 e Domenica 18 Luglio 2010
La Festa del Redentore è tra le festività più sinceramente sentite dai veneziani, in cui convivono l'aspetto religioso e quello spettacolare, grazie al fantasmagorico spettacolo pirotecnico che, la notte del sabato, attrae migliaia di visitatori: sull'inimitabile palcoscenico del Bacino di San Marco giochi di luce e di riflessi tracciano un caleidoscopio di colori che si staglia dietro le guglie, le cupole e i campanili della città. La tradizione vuole che al tramonto le imbarcazioni, perfettamente addobbate con frasche e palloncini colorati e ben illuminate, comincino ad affluire nel Bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca. In barca si consuma un'abbondante cena a base di piatti della tradizione veneziana in attesa dello spettacolo pirotecnico, che inizia alle ore 23.30 e dura fino a mezzanotte inoltrata.
lunedì 21 giugno 2010
I fuochi del Redentore
Mai stati a Venezia per il Redentore? Non sapete cosa vi perdete! Eccovi un breve assaggio, però dal vivo è tutta un'altra minestra! Venite a Venezia per il Redentore!
martedì 1 giugno 2010
SOLO VEDERE ... SOLO VEDERE!
E' arrivata la buona stagione, si sono aperte le spiagge e sono finalmente arrivate le nuove collezione dei veri autentici falsi ( ma non troppo signor! ). Finalmente si può comprare un nuovo set di asciugamani che dopo il primo lavaggio diventano delle salviettine per pulire gli occhiali anch'essi "veramente" falsi autentici. Finalmente possiamo comprare l'ennesimo tappeto, che poi regolarmente butteremo via. Original venezian gift... solo vedere...poco prezzo...solo vedere!
mercoledì 12 maggio 2010
MAZURKA FRANCESE AL PARADISO PERDUTO A VENEZIA con MAURO VIANELLO
Se venite a Venezia non mancate di passare al Paradiso Parduto , alla Misericordia. Si mangia bene e se avete fortuna vi beccate anche la mazurka francese.
OMAR SOSA
Jazz molto raffinato quello di Omar con un pizzico di ron come ci aspetta da un soul cubano.
JOHNNY CLEGG , UN BIANCO ZULU
Gustatevi questo meraviglioso video della voce bianca più famosa del Sudafrica. Su iTunes trovate tutto su Johnny e la sua musica. Attenti alla sorpresa a fine video.
lunedì 29 marzo 2010
Campo San Bortolo
Campo San Bartolomeo è un campo di Venezia situato a pochi passi da Rialto.
Può essere considerato il cuore socio-commerciale della città di Venezia. Attivissimo e frequentatissimo, per la sua posizione strategica, è sede di importanti attività ed edifici bancari.
Al centro del campo sorge il famoso monumento a ricordo di Carlo Goldoni. In direzione del ponte di Rialto si può scorgere, seminascosta, la facciata della chiesa di San Bartolomeo ex San Demetrio (XII secolo).
Il campo è compreso tra luoghi importanti quali campo San Salvador, il ponte di Rialto e il Fondaco dei Tedeschi (da molti anni sede delle Poste centrali), seguendo la cui direzione si può raggiungere la Strada Nova che permette di raggiungere in via quasi diretta la stazione ferroviaria.
Ma ricordate, a Venezia per tutti questo luogo è CAMPO SAN BORTOLO.
Gegè Telesforo
Cantante, percussionista, polistrumentista, producer per la serie Groove Master Edition by Go Jazz, ma anche giornalista, conduttore radiotelevisivo, entertainer. Gegè Telesforo rappresenta una figura professionale dai mille contorni e dalle altrettante sfumature. Ma il minimo comune denominatore delle sue molteplici attività è la musica, anzi, la buona musica. “So Cool”, il suo nuovo jazz album in uscita, ci presenta il nuovo repertorio originale scritto da Telesforo per il suo quintetto formato da Dario Deidda al basso, Alfonso Deidda al piano, flauto, alto e baritono, Max Ionata al tenore e soprano e Amedeo Ariano alla batteria.
Da segnalare la partecipazione di Ben Sidran come autore di tutti i testi e di Peppe Sannino alle percussioni. L’album propone come brano d’apertura il contagioso groove retrò della title track “So Cool” e si fa apprezzare un pezzo dopo l’altro per l’originalità delle composizioni che spazia ritmicamente dallo swing al be-bop, dal latin-jazz al groove, con un suono inconfondibile creato dall’impasto della voce e i sassofoni.
lunedì 22 febbraio 2010
Andate a mangiare alla trattoria Giorgione a Castello
Se vi trovate a Venezia andate a mangiare alla trattoria Giorgione a Castello incontrerete Lucio Bisutto ma tutti lo conoscano come Cancara.
Lucio Bisutto è nato a San Pietro in Volta nell'isola di Pelletrina. Ha iniziato a suonare la chitarra all'età di 14 anni con suo padre, "Capitan Bruno Bisutto".
Ha suonato e cantato con lui in più luoghi di Venezia e di Jesolo. Quando aveva 16 ha formato un gruppo chiamato "I quattro del mare" con altri 3 paesani. La passione per la musica è pio scoppiata a 30 anni grazie alla "banda di Pellestrina". Ora fa il ristoratore ma ho il sospetto che il ristorante sia un paravento per continuare a cantare tra i tavoli. Ciao Lucio!
Nick Drake
Fruit Tree, Fruit Tree
Open your eyes to another year
They'll all know that you were here
When you're gone ("Fruit Tree", 1969 )
Ha scritto canzoni di disarmante bellezza, espresso emozioni uniche e irripetibili, cambiato il volto della musica d'autore. Una rivoluzione silenziosa durata soltanto quattro anni. Nessuno all'epoca si accorse di lui. Per decenni la sua arte è rimasta tesoro custodito da pochi fan devoti. Ora la riscoperta. E la tardiva consacrazione.
martedì 9 febbraio 2010
Jam session
Musica.
La musica che fai,
diversa dalla musica che senti.
La tua musica,
che mette in moto i tuoi ritmi , dentro.
Suoni condivisi e scambiati
con un altro che poco sa di te
e tu nulla sai di lui se non il nome,
ma insieme odoriamo di musica.
Suonare,
creare contatto,
far fluire,
dare un assolo per ricevere una risposta coerente al tuo dare.
Un paesaggio di suoni condivisi,
senza sentirti per questo un musicista,
senza la tecnica di uno studio profondo,
ma con tutto dentro, da dire
in musica.
Oleta Adams - Circle of one ( 1990 )
lunedì 8 febbraio 2010
domenica 31 gennaio 2010
CARNEVALE A VENEZIA - LA FESTA DELLE MARIE
DOMENICA 7 FEBBRAIO 2010 - ORE 15,00 VIA GARIBALDI , ESEDRA DEI GIARDINI DELLA BIENNALE - FESTA DELLE MARIE
La Festa delle Marie era una delle più amate dal popolo veneziano che però cadde in disuso già nel 1379 e fu ripresa alcuni secoli dopo ma in forma molto ridotta.
Narra una leggenda che nel 943, sotto il doge Pietro Candiano, fosse nell’uso veneziano celebrare i matrimoni in ‘un unico giorno dell’anno. Le spose partivano in corteo acqueo dall’Arsenale lungo il rio detto “delle Vergini” per raggiungere i promessi sposi che le attendevano assieme agli invitati nella Chiesa di San Nicolò al Lido. Quell’anno i pirati triestini o narentani, con una temeraria scorreria, assalirono il corteo in laguna e rapirono le spose con tutti i corredi e le doti. I pirati vennero presto raggiunti nella laguna di Caorle (dove i pirat8i si stavano spartendo il bottino) dalla spedizione che i veneziani inferociti avevano approntato già poche ore dopo il ratto. I pirati vennero tutti trucidati sul posto e le spose riportate alla cerimonia. Il Governo della Serenissima impose allora a dodici famiglie patrizie di provvedere ogni anno alla dote di dodici fanciulle veneziane povere scelte tra le più belle e che venivano battezzate come “Marie”. La festa si svolgeva nel mese di gennaio e prevedeva che le fanciulle si recassero nelle Chiesa di San Pietro di Castello dove venivano benedette dal vescovo. Dopo la benedizione le ragazze venivano portate a San Marco per incontrare il Doge. Seguiva la sfilata sul Bucintoro fino a Santa Maria Formosa.
Nel corso dei secoli ci furono volte in cui la festa diventò una vera e propria farsa con le Marie sostituite da dodici fantocci di legno sui quali il popolo si esercitava al tiro al bersaglio. Da questo gioco nacque il detto delle “Maria de Tola” ad indicare una donna fredda e impettita. Secondo una interpretazione etimologica da questa espressione deriverebbe anche il termine Marionetta.
L' antica festa è stata reintrodotta durante il Carnevale con la parata di dodici fanciulle veneziane, tra cui viene eletta la più bella. Il posto più bello per vedere la sfilata è a Castello in Via Garibaldi quando le Marie arrivano da San Pietro per andare in Riva e poi a San Marco
Trio di Roma, da non perdere.
mercoledì 27 gennaio 2010
venerdì 8 gennaio 2010
Umbria Jazz Winter 2009
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